Escludendo i costi volatili di gas e alimentari, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato del 6% rispetto a una stima del 5,9%. L’inflazione core è quindi salita al livello più alto dall’agosto 1982.
Anche i tassi CPI mensili erano superiori alle attese degli analisti, con un CPI generale e principale in aumento dello 0,6% ciascuno, rispetto alle stime di un aumento dello 0,4% per entrambi gli indicatori.
Gli indici del mercato azionario di Wall Street sono caduti in seguito alla pubblicazione dei dati, con i titoli tecnologici sensibili agli interessi particolarmente colpiti.
I rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati notevolmente, con i benchmark a 10 anni che hanno raggiunto il 2%, il livello più alto da agosto 2019.
I mercati sono anche diventati più aggressivi nelle loro aspettative di aumento dei prezzi in futuro.
Le possibilità di un aumento di 0,5 punti percentuali del tasso di interesse della politica monetaria della Fed a marzo sono salite al 44,3% dopo la pubblicazione dei dati, rispetto al 25% appena prima, secondo i dati CME.
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