L’epico rimborso la dice lunga sulle conseguenze delle sanzioni sulla Russia. Mercoledì 16 marzo il governo russo avrebbe dovuto pagare 117 milioni di dollari di interessi sui titoli di Stato (circa 105,7 milioni di euro). Ma dall’annuncio del congelamento delle riserve della sua banca centrale, Mosca ha mantenuto la sua ambiguità sulla sua disponibilità a rimborsare, riporta Le Monde, citato da Digi24
Il 5 febbraio il Cremlino ha emesso un decreto in cui annunciava che i creditori nei “paesi ostili” avrebbero ricevuto i loro soldi in rubli, mentre il prestito era in dollari da pagare in dollari, ma da denaro bloccato dalle sanzioni.
Le sanzioni del governo statunitense sembrano consentirlo, prevedendo un’esenzione fino al 25 maggio per le operazioni di rimborso del debito. Il governo russo ha voluto mettere alla prova la norma, annunciando pubblicamente che il pagamento è stato effettuato da conti bloccati. Ci sono voluti due giorni perché ciò accadesse, durante i quali le banche statunitensi che hanno effettuato la transazione si sono assicurate che il pagamento non violasse le sanzioni, secondo la fonte citata da Mediafax.
La Russia è fallita due volte nel 1918 e nel 1998. Per il momento, una nuova situazione del genere è stata evitata, ma potrebbe essere solo un rinvio della tragedia economica. Innanzitutto, l’esenzione di cui ha approfittato Mosca dura solo fino al 25 maggio.
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