Secondo i ricercatori del Karolinska Institute in Svezia e del Radboud University Medical Center nei Paesi Bassi, l’intelligenza artificiale (AI) è pronta per essere introdotta nella pratica medica per la diagnosi e la classificazione del cancro alla prostata. Allo stesso tempo, può fornire un buon livello di prestazioni e guida nella scelta del miglior trattamento per il paziente, secondo Mediafax.
Il cancro alla prostata è il tumore più comune negli uomini e la sua diagnosi si basa su un’analisi microscopica della biopsia da parte del patologo. Si scopre che il processo è una valutazione soggettiva, che può essere influenzata da diversi fattori (esperienze, ad esempio), tanto che può succedere che più professionisti valutino la stessa biopsia in modo diverso. L’introduzione dell’intelligenza artificiale per diagnosticare e classificare le immagini potrebbe risolvere il problema.
Era già noto che alcune IA erano in grado di ottenere prestazioni simili a quelle umane nella diagnostica, ma mancava ancora una convalida completa. In effetti, l’IA spesso funziona bene su set di dati simili a quelli su cui è stata addestrata, ma quando testata su database di altre fonti, i risultati differiscono.
Il soggettivismo umano è eliminato
Per testare quanto sia avanzata la tecnologia, i ricercatori svedesi e olandesi hanno lanciato la sfida PANDA (Prostate Cancer Assessment). Il concorso, durato tre mesi, ha beneficiato della partecipazione di oltre mille sviluppatori di algoritmi di intelligenza artificiale, che si sono sfidati sul più grande set di dati diagnostici per il cancro alla prostata: più di 10.000 immagini con biopsie del cancro alla prostata.
Le migliori 15 IA sviluppate sono state incluse in un’analisi più approfondita, testate su altri set di dati e confermato per funzionare in modo simile a quello dei patologi più esperti.
I ricercatori sottolineano che il prossimo passo sarà trovare modi per introdurre l’intelligenza artificiale nella pratica medica.
“L’idea non è che l’IA sostituisca gli esperti umani, ma piuttosto agisca come una rete di sicurezza per impedire ai patologi di riconoscere il cancro e come supporto per la standardizzazione delle valutazioni”, ha affermato Lars Egevad del Karolinska Institute.
La ricerca mostra che i patologi che usano l’intelligenza artificiale per diagnosticare il cancro alla prostata hanno risultati migliori e più coerenti.
Se ti piace questo articolo, non vediamo l’ora di entrare a far parte della community di lettori sulla nostra pagina Facebook, con un Like qui sotto: